I dati ufficiali relativi alla Siria sono fermi al 2014. Non vi è fiducia nella capacità del governo siriano di fornire informazioni attendibili. Quel che è certo è che c.a. il 50% della popolazione ha dovuto lasciare le proprie case, l’aspettativa di vita è passata dai 70 anni di prima della guerra a c.a 60 attuali. La mortalità infantile prima della guerra era di 15 morti su 1000 nati vivi ed oggi si stima sia vicino a quella dei paesi africani. Tutto è cominciato nel marzo 2011, quando alcuni studenti furono arrestati per aver disegnato dei graffiti anti governativi a sud della città di Daraa.Iniziarono così delle dimostrazioni pubbliche finalizzate alla richiesta di riforme democratiche. Seguirono degli scontri e poi iniziò la guerra civile.
Oggi ad oltre 6 anni dall’inizio della guerra si contano 2 milioni di vittime tra morti e feriti, di questi oltre 20.000 sono bambini.Dall’inizio della guerra oltre 11 milioni di Siriani sono fuggiti dal proprio paese lasciando le loro case per mancanza di cibo, ospedali, acqua, lavoro ed istruzione per i propri figli e per non morire sotto le bombe, i colpi di artiglieria e gli attacchi chimici.
Solo nel 2017 oltre 5 milioni di Siriani sono diventati rifugiati, in assoluto si tratta del numero più elevato di rifugiati partiti dallo stesso paese, cercano in prevalenza rifugio in Turchia, in Libano ed in Giordania, in maggioranza si tratta di donne e bambini. I rifugiati siriani hanno mediamente un livello di istruzione medio alto ed oggi c.a. il 70% dei bambini rifugiati non ha alcuna possibilità di avere accesso all’istruzione di base.
Il futuro è ancora molto incerto, troppi gli interessi contrapposti nel paese e in quelli confinanti. Una tragedia per la quale non si intravede la fine.