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Tanzania

In Tanzania vivono c.a. 55 milioni di persone. La densità demografica è molto eterogenea, con densità variabili da 1 persona per chilometro quadrato nelle regioni aride, a 51 per chilometro quadrato sugli altopiani umidi, fino ai 134 per chilometro quadrato a Zanzibar. Il tasso di urbanizzazione è molto basso, quasi l’80% della popolazione vive nelle campagne. La popolazione urbania si addensa soprattutto a Dar es Saalam, capitale economica del paese; la sede del Parlamento e la capitale amministrativa è invece a Dodoma, città al centro della Tanzania.

La popolazione è costituita da più di 120 differenti etnie, di cui i Sukuma, i Nyamwezi, gli Hehe-Bena, i Gogo, gli Haya, i Makonde, i Chagga e i Nyakyusa composti da almeno 1 milione di persone. Altri gruppi minoritari comprendono Pare, Shambaa (o Shambala) e Ngoni. La maggior parte dei Tanzaniani, tra cui ad esempio i grandi gruppi etnici dei Sukuma e dei Nyamwezi, sono popoli bantu (almeno dal punto di vista linguistico). Tra i popoli nilotici si includono i nomadi Maasai.La popolazione comprende anche Arabi, Indiani, Pakistani, e piccole comunità europee e cinesi. L’aspettattiva di vita media è 65 anni, su 1000 nati vivi 43 muoiono ma nei villaggi rurali la mortalità infantile è molto più elevata.

La Tanzania è uno dei paesi più poveri del mondo e la sua economia è ancora fortemente dipendente dall’agricoltura che rappresenta la metà del Pil.
A causa della topografia e delle condizioni climatiche, tuttavia le terre coltivabili sono solamente il 4% del totale e questo ha indotto il governo negli anni ha mettere in campo piani di esproprio delle terre ai Maasai, i quali avendo come unica risorsa economica quella dell’allevamento dei caprini e dei bovini senza pascoli sono a rischio di sopravvivenza .

Con uno stile vita tradizionale basato sull’allevamento del bestiame (un tempo potevano procurarsi gli altri generi alimentari con il baratto) il possesso del bestiame è il metro della loro posizione sociale all’interno della tribù. Un tempo conducevano il bestiame da un pascolo all’altro, per dare all’erba la possibilità di ricrescere e si trasferirivano al seguito delle mandrie con tutto il villaggio; questi spostamenti erano garantiti da un sistema di proprietà collettiva della terra, che dava a tutti la possibilità di condividere l’accesso all’acqua e ai pascoli.

Oggi, invece, i Maasai sono stati progressivamente costretti ad adottare uno stile di vita stanziale, e ad integrare il loro sostentamento con l’agricoltura e molti hanno trovato lavoro nelle città.Nonostante la Tanzania abbia un costante crescita del PIL le condizioni di vita dei Maasai restano molto difficili, estromessi dalla vita del paese sono di fatto degli emarginati; molti di loro non parla lo swahili e quindi sono analfabeti, con tutte le conseguenze che questa situazione comporta.

PROGETTI

STORIE DI SORRISI SPECIALI

Special Smile – Il Sorriso di Pamela

Come mille altre volte quella mattina le nostre scarpe stavano solcando una delle strade della collina dello slum di Ngomongo, strade che portano alla discarica di Dandora, quando Abraham ci ha comunicato che la casa che stavamo per raggiungere era quella di una bambina che frequenta la Smiling School. All’angolo della strada ci stava aspettando una bimba magrissima e decisamente malconcia alla vista. Pamela ci fa strada nel caldo afoso e maleodorante di quella strada. Barcolla e io mi chiedo se dipenda dal caldo o dalla mia vista annebbiata dai fumi della discarica. Cambiamo il mondo un sorriso alla volta! Oggi quel sorriso si chiama Pamela.

Mòria attraverso lo sguardo di Yousif

Voglio raccontare le nostre storie al mondo, per rappresentare la nostra sofferenza senza togliere la nostra dignità. Mostra le difficoltà della nostra vita e le sfide che dobbiamo affrontare per sopravvivere senza togliere le nostre forze. Voglio solo mostrare al mondo quello che passa la mia gente.

A Mòria è Jude il volto della Speranza

A volte basta così poco per sentirsi protetti. Amati. Questa volta non sono saranno le onde del mare a cullare il sonno di un bambino siriano.
Questa volta sarà l’abbraccio del vostro aiuto a cullare i sogni di un bambino che vorrà svegliarsi in un futuro migliore.
Grazie.

Il Sorriso di Sveta

Spesso m’incantavo a guardarla è lei che, nel suo silenzio, ci ha ricordato come ogni km percorso in questo viaggio ha dimostrato come dietro ogni sorriso si nasconda la vera magia.

La forza di Hassan

Ha la sindrome di down ma è lui a darci la forza per continuare a lavorare per chi ha bisogno..

Le risate di Omar

E’ difficile catturare la sua attenzione ma alla fine riusciamo finalmente a farlo ridere…

Il divano di Yussef

Costretto, a stare in casa, quando ha paura si siede sul divano rosso, l’unico mobile della sua casa…

Il sorriso di Barrack

Non cammina, i suoi genitori non lo mandavano a scuola, ma ora è felice insieme con gli altri bimbi…

Le meraviglie di Aya

Ha perso l’occhio destro a 2 anni, con 3000 € potrebbe fare il trapianto di cornea e vederci di nuovo…

Il bagno di Ghayss

Disegna un bagno completo, sperando di avere presto una casa che ne abbia uno…

La famiglia di Yamen

Sono queste le storie per cui ogni volta ripartiamo, sono questi i Sorrisi speciali per cui a volte anche piangiamo.

La famiglia di Wael

E’ arrivata da Aleppo per allontanarsi il più possibile dalla guerra…

Il vestito di Grace

Abbandonata e “adottata” da Nonna Hellen che non riesce a far mangiare i due suoi veri nipoti…

La solitudine di Ahmed

Uno dei figli invisibili della guerra, non ricorda nulla della sua vita precedentever calare e, a meno che tu non sia uno stupido o un incosciente…

La carrozzina di Joseph

Non cammina perchè ha la spina bifida ed è cieco,ora la mamma lo può far uscire.è iniziato con il piccolo Joseph, bambino orfano di padre affetto da spina…

Gli esercizi di David

E’ affetto da paraplegica spastica ma con gli esercizi fisiatrici potrà recuperare almeno in parte…